Lo studio dei derivati di matrice dello smalto (enamel matrix derivative, EMD), in modo particolare delle amelogenine, rappresenta uno dei campi più trattati dalla ricerca in odontoiatra negli ultimi anni.
In modo particolare, l’uso di queste sostanze è stato sperimentato come additivo nella chirurgica rigenerativa del parodonto. Questa rappresenta una procedura specialistica alla quale il vengono traghettati pazienti portati a perfetto compenso nella loro igiene domiciliare (obiettivo comunque complementare, se non preliminare, a qualsiasi approccio parodontale) e che, in più, rispondono a precisi criteri anatomici.
Può essere pertanto interessante considerare il potenziale e, di conseguenza, la possibile applicabilità clinica di tali prodotti alla primalinea terapeutica della malattia parodontale, ovvero il trattamento non chirurgico.
La rigenerazione parodontale consiste nella formazione di nuovi osso e cemento con inserzione di fibre connettivali. La possibilità di rigenerare il tessuto senza accedere chirurgicamente ai difetti parodontali rappresenterebbe un chiaro vantaggio per l’operatore e anche per il paziente.
Le amelogenine, come anticipato, sono risultate efficaci nell’ambito di alcune indagini su protocolli open flap, mostrando anche effetti nella guarigione dei tessuti molli e riguardo il processo di neoangiogenesinelle 48 ore successive all’applicazione.
I primi studi clinici che proponevano protocolli non chirurgici basati sulle amelogenine, condotti da Gutierrez e Mombelli a inizio millennio, hanno mostrato indicazioni non soddisfacenti in termini di riduzione di PPD e guadagno di CAL (su questo aspetto sono stati osservati miglioramenti addizionando ulteriormente un’antibioticoterapia sistemica). Promettenti sono invece i risultati clinici forniti dalle sperimentazioni basate sull’uso dei derivati di matrice dello smalto nei trattamenti minimamente invasivi con le nuove tecnologie endoscopiche.
Dai lavori istologici sono giunte evidenze contrastanti e comunque numericamente insufficienti. Quest’ultimo aspetto ha indotto alcuni ricercatori a tornare ai modelli preclinici. Un lavoro nipponico pubblicato a metà 2018 (Shujaa Addin e colleghi, Odontology) ha indagato l’applicazione sottogengivale di amelogenine su modelli sperimentali di parodontopatia indotta in cani beagle. Il protocollo clinico ha previsto la determinazione preoperatoria di PPD e CAL sulle superfici mesiali e distali degli elementi coinvolti, che poi sono stati sottoposti a trattamento con strumento ultrasonico, quindi a levigatura radicolare con curette di Gracey n. 5/6. Dopo irrigazione, all’interno delle tasche è stato somministrato, tramite ago smusso, un gel contenente EMD. Non sono stati somministrati antibiotici. Gli sperimentatori si sono limitati a mantenere un regime adeguato di igiene orale fino alla successiva e definitiva verifica dei parametri clinici. Lo studio ha previsto un disegno split-mouth: il miglioramento è risultato significativo rispetto al baseline sia sul lato EMD che su quello controllo ma tra i due non è stata rilevata differenza statisticamente significativa.
Come anticipato, l’outcome primario dello studio consisteva comunque nella successiva analisi istologica e istomorfometrica. Queste hanno rilevato una maggiore formazione di cemento nel gruppo test e, contemporaneamente, una maggiore tendenza alla formazione di epitelio giunzionale lungo nei controlli. Nessuna differenza significativa è stata invece ritrovata relativamente a posizione del tessuto osseo, attacco connettivale e recessione gengivale. Tali risultati affinano le nostre conoscenze sull’azione biologica di tali sostanze e saranno utili a calibrare i futuri protocolli clinici sperimentali.
Riferimenti blibliografici
Histological healing after nonsurgical periodontal treatment with enamel matrix derivatives in canine experimental periodontitis.
Shujaa Addin A, Akizuki T, Matsuura T, Hoshi S, Ikawa T, Maruyama K, Ono W, Fukuba S, Izumi Y.Odontology. 2018 Jul;106(3):289-296. doi: 10.1007/s10266-018-0347-4. Epub 2018 Feb 10.
Fonte: Il Dentista Moderno