Lo scopo dello studio prospettico di Urban e Lozada (2010) era di determinare il successo clinico e radiografico, oltre che il tasso di sopravvivenza, di impianti posizionati nella mascella dopo rialzo del seno a più stadi. Inoltre, sono stati confrontati il tasso di successo e sopravvivenza implantare di due gruppi di pazienti con diversa altezza della cresta prima del trattamento (osso creatale residuo minimo al di sotto del seno [⋜ 3.5 mm] e osso crestale residuo moderato [> 3.5 mm]).
Materiali e metodi:
Durante lo studio sono stati usati un minerale osseo di origine bovina e particolato di osso autologo applicati a strati alterni (tecnica di aumento osseo sagittale “sandwich”). Una membrana in collagene è applicata sopra la finestra del seno per proteggere l’area. Tutti gli impianti erano con superficie anodizzata e sono stati posizionati secondo un approccio a stadi.
Risultati:
Sono stati inseriti 245 impianti in 100 siti di 79 pazienti. Ad oggi 244 sono sopravvissuti.
Per tutti gli impianti, a distanza di 5 anni:
– tasso cumulativo successo: 96.5% (SE 2.0%)
– tasso cumulativo sopravvivenza: 99.6% (SE 0.4%)
Per gli impianti inseriti in caso di cresta ossea residua minima, dopo 5 anni:
– tasso successo complessivo: 94.1% (SE 3.4%)
– tasso sopravvivenza complessivo: 99.4% (SE 0.6%),
Per gli impianti inseriti in caso di cresta ossea residua moderata, dopo 5 anni:
– tasso successo complessivo: 100.0% (SE 0.0%)
– tasso sopravvivenza complessivo: 100.0% (SE 0.0%)
Conclusioni:
Dopo rialzo del seno, il successo degli impianti appare simile a quello degli impianti posizionati in osso nativo per i quali si sceglie una guarigione sommersa dell’impianto di 6 mesi. I tassi di successo e sopravvivenza ed il rimodellamento osseo crestale attorno agli impianti inseriti in osso residuo minimo erano comparabili a quelli inseriti in osso residuo moderato.
FONTE:
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